giovedì 29 aprile 2010

Il corpo ci parla, impariamo ad ascoltarlo


La terapia craniosacrale dialoga con la saggezza del corpo

Il corpo ci parla, impariamo ad ascoltarloNe abbiamo parlato qualche mese fa e abbiamo anche realizzato un video esplicativo: la terapia cranio-sacrale nacque dalle intuizioni dell’osteopata americano William Garner Sutherland, che scoprì come il movimento fluido interno al Sistema nervoso esercita una pressione sulle ossa della testa, facendole respirare.
Ecco dunque che questo metodo aspira alla comprensione dei meccanismi che sottendono ai micro-movimenti delle ossa del cranio per poter ristabilire quell’equilibrio che eventualmente fosse andato perduto. La perdita di questo equilibrio, secondo gli esperti, si manifesta a livello psico-fisico con tutta una serie di disturbi.

Per comprendere meglio come funziona la terapia craniosacrale biodinamica e biomeccanica, oggi abbiamo anche uno strumento in più. Elisabetta Ugolotti, insegnante e operatrice, ha scritto un manuale dal titolo “La terapia Craniosacrale – Dialogo con la saggezza del corpo” edito da Xenia Edizioni.
Oggetto specifico del libro è proprio la terapia cranio sacrale biodinamica e biomeccanica che nasce dalla consapevolezza che, agendo tramite la naturale capacità di autocorrezione del corpo, chiamata Respiro della Vita, si possa mantenere la Salute. E proprio attraverso questa tecnica l'Operatore craniosacrale mira a ristabilire gli equilibri compromessi ascoltando le tre maree: corta, media e lunga, cioè il campo energetico esterno che ci pervade, il moto dell'intero Sistema dei Fluidi e quello del Fluido cefalorachidiano.

Il libro insegna come percepire e correggere l'apatia, la rabbia, la paura, l’odio e il dolore, emozioni negative di cui spesso si è prigionieri, in modo da ritornare allo stato originario del nostro Essere, quello embrionale. Insegna a sciogliere i traumi che si sono annidati nei Sistemi fasciali, negli organi e nelle ossa, ad aiutare chi soffre di asma, di attacchi di panico, di difficoltà d’apprendimento e d’insonnia.
Una guida completa e pratica, dunque, per chi voglia diventare Operatore o semplicemente conoscere quest’affascinante materia che è Craniosacrale.
(lm&dsdp) da "La Stampa" del 26 aprile 2010

lunedì 26 aprile 2010

Bambini e neonati


Il massaggio Cranio Sacrale per i bambini e neonati è particolarmente rilevante in quanto:


• è talmente gentile e non invasivo che i bambini possono essere trattati mentre dormono, o mentre sono allattati o sono tra le braccia della mamma, e non c’è la necessità di spogliarli.


• è efficace nel portare sollievo a molte condizioni infantili come coliche, infezioni alle orecchie, irritabilità, sonno disturbato e molte altre ancora.


• è particolarmente efficace nel trattare il trauma da parto per il bambino, per la mamma, ed è in grado di prevenire le possibili conseguenze come la depressione post-parto.


• è indicato per l’allentamento dei vari effetti di restrizione e shock dovuti alle numerose cadute o malattie, o dopo operazioni.


• è efficace nella terapia contro persistenti raffreddori, infezioni ed è in grado di rinforzare il sistema immunitario.


• è efficace nelle guarigioni in seguito alle numerose cadute e agli urti che i bambini incontrano durante la loro crescita.


• è efficace anche nelle più serie condizioni patologiche, come asma, difficoltà di apprendimento, disordini del comportamento o nelle convalescenze delle meningiti.


....tutti questi problemi sono riflessi nel sistema Cranio Sacrale, e molti di questi saranno aiutati con la gentile integrazione dei trattamenti Cranio Sacrale…
Il massaggio Cranio Sacrale crea un bilanciamento, una buona integrazione tra lo stato fisico, mentale ed emozionale del bambino, per assicurare una crescita felice ed armoniosa.


Una seduta di massaggio Cranio Sacrale non è esattamente una partita sportiva, non ci sono molte cose osservabili quando l`operatore appoggia le mani sull’osso sacro o sulla testa. Quello che l’operatore cerca sono segni e risposte al contatto e al trattamento, i quali fanno individuare l’area che deve essere rilassata. È sottinteso che niente è fatto senza il consenso del bambino (che dà segnali chiari se non vuole essere toccato) e che la sua volontà è rispettata a dispetto dei benefici che ne può trarre. Come tutti gli approcci dei trattamenti Cranio Sacrale è il ricevente che determina la velocità del massaggio.

mercoledì 21 aprile 2010

EVENTO TANTSU® YOGA A NORMA CON ATEEKA



Il Centro Somatica di Norma, organizza nei giorni 15 - 16 maggio 2010, presso l'Hotel Vialla del Cardinale di Norma - Latina un seminario sul Tantsu® Yoga con Ateeka.

PER MAGGIORI INFORMAZIONI SUL CORSO, COSTI E PRENOTAZIONI TELEFONARE DAL LUNEDI AL VENRDI DALLE ORE 10.00 ALLE 17.00 AL NUMERO 0773.648283 O INVIARE UNA MAIL A info@craniosacrale.it


Ateeka ha sviluppato lo YOGA SISTEMICO basandosi sul principio che tuttiI sistemi viventi sono connessi. Il nostro corpo è in un continuo ciclo di crescita, decadimento e ricrescita. Con lo stress della nostra società moderna, può essre facile squilibrarsi e perdere il contatto con il ritmo naturale dei cicli del nostro corpo. Nello Yoga Sistemico i cicli e i movimenti vitali sono onorati ed esplorati.

La pratica dello YOGA SISTEMICO combina l’antica tradizione dello yoga alla moderne scoperte scientifiche. Include asana fluidi, pranayama creativo, meditazioni attive e silenziose, lavoro con il suono, Yoga CONTACT(bodywork), tutto all’interno di un contesto archetipo collettivo che origina negli schemi energetici e simbologici delle tradizioni vediche e induiste.



Lo YOGA SISTEMICO esplora le asana con curiosità, apertura e creatività.
Trova le sue radici nella pratica e nell’esperienza personale. L’allineamento è approcciato in maniera intuitiva e attraverso la scelta dell’intelligenza individuale piuttosto che imposto da una richiesta esterna di una forma perfetta.


Cos’è Tantsu®

Il Tantsu è stato sviluppato da Harold Dull lo stesso anno in cui ha ideato il Watsu, il primo lavoro corporeo acquatico al mondo. In questi ultimi anni grazie alla collaborazione con Fabrizio Dalle Piane il Tantsu si è evoluto in una nuova forma ancora più completa cosi da riportare sulla terra l’abbraccio che sostiene tipico del Watsu, la connessione tra il movimento e il respiro e l’esplorazione del flusso creativo.

Nel Tantsu il contenimento è tale da permettere il lasciarsi andare in profondità. Quando il nostro respiro si connette a quello del nostro compagno, i movimenti risuonano all’unisono. Mentre muovete un braccio o una gamba, potete sentire un’altra parte del suo corpo che vi chiama per essere trascinata nella danza. Nessuna parte del nostro essere è lasciata in disparte.

Questi movimenti, che a volte si manifestano spontaneamente e altre in modo esplorativo, giocoso e creativo, ci conducono in uno spazio di quiete e gioia profonda. Tantsu è una pratica semplice, in cui chiunque può condividere questa gioia.

Questa pratica ti invita ad essere te stesso così come sei per esprimere il tuo potenziale creativo. Insegna a relazionarsi con gli altri in modo semplice ed amorevole

Libero dai confini e dalle interpretazioni attribuite ad altri sentieri somatici e spirituali, Tantsu® è un nuovo modo di essere con gli altri, un nuovo umanesimo per accedere alla nostra gioia creativa.

Benefici: aumenta il piacere di essere vivo

venerdì 16 aprile 2010

NUOVI CONTESTI, FORME ORGANIZZATIVE E CONTENUTI RELAZIONALI di VERENA SCHMID

In questo processo la donna ha un grande alleato: il suo corpo. I canali biologici, la nostra predeterminazione biologica alla riproduzione rappresentano una forza istintuale e materiale profonda verso l'atto pro-creativo. L'integrazione e l'uso di tutte le risorse della donna, di quelle biologiche con quelle sociali (conoscitive, decisionali e intellettuali) e l'integrazione di sessualità e sacralità portano a un potente processo di empowerment.

Il processo emancipativo sociale e femminile

Le modalità con le quali viene organizzata la nascita in una società rappresentano uno specchio dei suoi valori, e, in particolare modo dei valori attribuiti alla donna in tale società. Proviamo a guardarci un attimo in questo specchio.
In italia la nascita è ancora quasi totalmente in mani maschili. Con ciò intendo mani guidati da principi e valori maschili, sia di donne che di uomini. Il pensiero maschile della nascita include i seguenti concetti: "la nascita è un processo meccanico che necessita spesso di correzioni, la natura è un nemico potenziale che può sorprendere e tradire in modo imprevedibile in un momento qualsiasi, quindi il parto naturale è rischioso, le macchine sono più sicure e affidabili dei corpi delle donne, il femminile è debole e inadeguato. Il parto è un evento pericoloso e imprevedibile.

Importante è il risultato: un bambino sano con una madre sana, nel tempo più breve possibile. Il processo che vi conduce non ha importanza ne valore. L'intensa esperienza della nascita viene appiattita, emozioni profonde e la loro esternazione non sono desiderate. La donna è tendenzialmente debole e dev'essere controllata e guidata. Non è in grado di contenere dentro di sé un bambino e lasciarlo crescere, né di sopportare il dolore e la forza del parto, è troppo stanca per allattare i suoi bambini. Altri devono decidere per lei, nel suo interesse e in quello del suo bambino. L'ostetricia tecnologica lo promette e lo chiama sicurezza."

Il processo emancipativo della donna italiana sul piano sociale è stato molto rapido. Ciò ha costretto le donne a concentrarsi sul loro aspetto sociale e ad attivarlo fortemente, trascurando e allontanandosi dalla loro polarità femminile, materna. Questa lontananza genera paura e il desiderio di affidarsi agli "esperti" nel momento di attivazione biologica di tale polarità attraverso la gravidanza e il processo della maternità. La polarità femminile inoltre con i suoi valori è considerata retrograda e genera la paura di ricadere in antichi ruoli femminili e nella dipendenza, non più desiderati dalle donna moderne. Socialmente il femminile è ancora svalutato.

Mentre l'emancipazione femminile sociale è un dato di fatto, nell'ambito personale, intimo, la donna si sottomette ancora spesso all'uomo. Il potere dei medici è sostenuto da questo processo. Più ci si sposta verso il Sud, maggiormente si può osservarlo. Nel nord comincia a vacillare, nel sud lo strapotere del medico e il suo controllo sulla donna sono ancora assoluti, e la donna si lascia umiliare e fare violenza proprio nella sua sfera più intima. Il controllo istituzionale sulla donna da sempre è passato sul suo corpo, l'emancipazione femminile più profonda passa altrettanto attraverso il suo corpo.

Il processo di empowerment attraverso i processi biologici e energetici coscienti

In questo processo la donna ha un grande alleato: il suo corpo. I canali biologici, la nostra predeterminazione biologica alla riproduzione rappresentano una forza istintuale e materiale profonda verso l'atto pro-creativo.
Ormoni, neurotrasmettitori emozioni e istinti hanno una "centralina" in comune, il cervello arcaico che viene fortemente attivato dall'ovulo fecondato. Già in questo primo processo della maternità si può osservare come il bambino è l'attivatore non solo della relazione donna-bambino, ma anche della relazione donna- polarità femminile, ovvero della donna con una parte profonda di sé stessa. La relazione simbiotica che si crea in seguito tra donna e bambino rappresenta questo complesso essere contemporaneamente uno e due, donna e donna, donna e bambino, bambino e bambino, bambino e donna.

I canali ormonali stimolano nella donna atteggiamenti comportamentali atti al benessere ma anche all'attivazione delle condizioni che permettono l'introversione e stimolano un percorso di conoscenza maggiore di sé.
Per fare qualche esempio: i progestinici rallentano i ritmi comportamentali e favoriscono la passività/ricettività che permette l'ascolto, gli estrogeni favoriscono l'apertura emozionale e la capacità di comunicare con un linguaggio arcaico, immaginativo e sensoriale che permettono l'espansione, l'ossitocina spinge all'attività, agli atteggiamenti preparatori, alla dinamica e verso l'amore, la prolattina stimola l'atteggiamento di cura e l'aggressività funzionale alla difesa della prole, l'adrenalina, dismessa a picchi durante il parto, contiene l'enorme forza e potenza della donna e le endorfine le permettono di fare un'esperienze di picco e di ricevere gratificazioni profonde dall'esperienza della maternità.

I neurotrasmettitori rappresentano il sistema comunicativo tra madre e bambino e mantengono costantemente informate ambedue sul proprio stato e sui propri bisogni. A un livello profondo ogni donna sa come sta il suo bambino e qual'è la sua intenzione e viceversa.
Quindi la gravidanza rappresenta un'opportunità, attraverso l'ascolto e la conoscenza del bambino in utero di ascoltare e conoscere degli aspetti profondi di sé, di imparare a conoscere e fidarsi di più delle proprie risorse, di trovare più sicurezza in sé.
L'integrazione e l'uso di tutte le risorse della donna, sia di quelle biologiche che di quelle sociali (conoscitive, decisionali e intellettuali) portano a un potente processo di empowerment.

Le energie della nascita

Durante il parto si scatenano delle vere e proprie tempeste elementali che hanno il potere di sconvolgere ogni aspetto della donna fino allora costruito e di trasformarlo. Se possiamo riconoscere in queste forze elementali l'energia sessuale, la modalità di affrontare la nascita diventa la stessa di come si affronta la comunicazione sessuale con il partner. W. Reich definisce la potenza orgastica nel seguente modo:" ... la capacità di abbandonarsi senza inibizioni al flusso dell'energia biologica, la capacità di scaricare l'eccitazione sessuale accumulata attraverso contrazioni piacevoli, involontarie del corpo."

Tradotto nella potenza del partorire suonerebbe così: La potenza del partorire è la capacità di abbandonarsi senza inibizioni al flusso dell'energia biologica, la capacità di scaricare la tensione del dolore e della fatica accumulata attraverso contrazioni involontarie del corpo, accogliendo con gratitudine e tenerezza il proprio bambino.
La forte energia sessuale del parto ha da sempre turbato gli uomini e li ha spinti a proteggersi da tale energia, inibendola nelle donne.
Un altro tipo di energia che si esprime fortemente nelle donne durante l'esperienza della nascita è quella spirituale. Le donne hanno l'eccezionale dono, opportunità, destino, di esser canale tra i mondi, di portare la vita da un mondo all'altro e, quando sono incinte, durante il parto e nei primi mesi dopo vengono toccate dall'altro mondo, quello a noi sconosciuto o solo presente nel nostro intimo più profondo.

Inoltre durante il parto, sempre attraverso i canali biologici del corpo femminile le donne vivono un profondo processo di trasformazione attraverso l'esperienza del limite estremo al quale le porta il dolore, potendo così attivare nuove risorse più potenti di quelle precedenti. Il ritmo del dolore e "la chimica" del parto producono uno stato alterato di coscienza paragonabile agli stati di meditazione profonda dove la capacità di integrazione delle varie realtà, della vita e dell'universo sono altissime. La conseguente euforia dopo l'espulsione del bambino, durante il suo accoglimento rappresenta uno stato di gioia e di apertura così intensa che non è raggiungibile in nessun altro momento della vita, infatti ne permane la nostalgia e la voglia di ripetere l'esperienza.
L'energia sessuale e l'energia spirituale quindi si ritrovano riunite nella nascita dopo secolare separazione e tabù.

La consapevolezza di questi aspetti permette di integrarli nella personalità e di farli diventare risorsa interiore, forza, potenza.
L'emancipazione più profonda della donna non passa attraverso la negazione delle figure femminili e dei condizionamenti negativi del passato, bensì attraverso la consapevolezza che tutte le donne dei secoli e millenni passati ci abitano ancora, che ci dobbiamo confrontare con loro, imparare a comprendere quando si esprime, agisce quale donna in noi per poter infine scegliere il riferimento e il canale espressivo desiderato e trasformarne le valenze. ll cambiamento dell'organizzazione della nascita da una nascita tecnologica a una nascita sessuale, femminile passa altrettanto attraverso questo processo emancipativo profondo, rinominando e rivalorizzando la polarità femminile e riscoprendone le energie specifiche.

Gli strumenti dell'empowerment

L'obiettivo finale nel lavoro con la nascita quindi è quello di promuovere la maternità e la nascita come esperienza femminile di forza e potenza. Gli strumenti principali sono i seguenti:

- un territorio sociale per vivere e condividere il percorso maternità, paternità: i gruppi in gravidanza sono il luogo dell'elaborazione degli strumenti di consapevolezza e forniscono un territorio sociale in cui le energie femminili ritrovano riconoscimento e forza in modo tale da poter crescere in ogni singola donna. E' importante che abbiano inizio sin dall'inizio della gravidanza e siano rivolti alla coppia.

- l'attivazione e la conoscenza delle risorse endogene della donna: il lavoro sul corpo proposto nei gruppi è orientato all'ascolto e alla conoscenza di sé e del bambino, permette di fare esperienza delle proprie risorse, di creare un legame cosciente e intimo con il proprio bambino, di riconoscere i bisogni nelle varie fasi della gravidanza e di trovare un adattamento soddisfacente ai ritmi nuovi e ai cambiamenti nel rapporto di coppia. La partecipazione del partner, non come appendice della donna, ma come individuo, anch'egli coinvolto in un processo di cambiamento è facilitata.

- la scelta informata e le sue implicazioni: le informazioni vengono fornite su tutti i piani componenti l'individuo: sul piano mentale/intellettuale, basandosi sulle prove di efficacia scientifiche, sul piano emozionale nella relazione e nei gruppi, sul piano dinamico e sul piano corporeo nel lavoro sul corpo. L'obiettivo dell'informazione è quello di fornire strumenti per poter rispondere ai propri bisogni creando motivazione, strumenti per la libertà comportamentale, strumenti per promuovere la partecipazione attiva ai processi assistenziali e la libertà decisionale.

- il sostegno affettivo e professionale: il protagonismo delle donne nella maternità non è un sostantivo da sbandierare, ma un percorso di crescita da costruire. Proprio perché la pressione sociale che ostacola questo processo è ancora molto forte, la donna necessità di strumenti endogeni forti, ma anche di un deciso supporto sia affettivo sia professionale.
Il tipo di sostegno che l'ostetrica può offrire è:
- il sostegno informativo che offre alla coppia strumenti di sapere e di orientamento
- il sostegno ambientale, che crea per la coppia un ambiente nel quale sono indisturbati, o disturbati il meno possibile e si sentono protetti e autonomi
- il sostegno alle persone che accompagnano la donna
- il sostegno relazionale con ascolto delle emozioni, incoraggiamento e proiezione positiva, ma anche con dei limiti chiari
- il sostegno fisico, corporeo con massaggi, supporto fisico ecc.
- il sostegno difensivo con rispetto, comunicazione e difesa di bisogni e desideri espressi dalla donna

- la relazione terapeutica simmetrica, soggettiva e il patto terapeutico responsabile: la relazione terapeutica tra ostetrica e donna si rivoluziona: quello che possiede il sapere non è più l'operatore, ma la donna, attraverso le sue competenze endogene. La donna sa, conosce la sua situazione individuale, l'operatore non sa e deve chiedere, ascoltare. Quindi la relazione si basa sull'ascolto. Sulle variabili piuttosto che sulle costanti. I riferimenti per la sicurezza sono i segnali che la donna riconosce e riporta con l'aiuto, nella loro lettura, dell'ostetrica. La tecnologia diventa un raro strumento di integrazione. La focalizzazione è sulla salute e sull'attivazione delle risorse endogene. La responsabilità è condivisa: la donna è responsabile dell'attenzione che si rivolge e delle sue scelte (e non scelte), l'ostetrica è responsabile degli strumenti informativi globali, del sostegno e della corretta assistenza. Il risultato non sta nell'ambito della responsabilità diretta di nessuno.

Uno spazio sociale per l'empowerment della donna
I contesti della nascita:


Il contesto sociale: interpreta la nascita come evento sociale in quanto evento che coinvolge la persona dall'interno e il suo sistema sociale, in quanto specchio dei valori sociali e in quanto fondamentale determinatore della qualità sociale dell'individuo nascente, delle sue capacità relazionali e della sua stabilità personale, quindi la nascita come imprinting di valori e stabilità sociali. Il suo luogo è extraospedaliero, l'organizzazione dell'assistenza continuativa, in team.

Il contesto medico della medicina di base: un tempo promotore di una medicina di base conservativa e non-invasiva per la nascita ha completamento perso il suo ruolo, riducendosi alla prescrizione di esami protocollati. Potrebbe essere rivitalizzato considerando una politica sanitaria che sceglie un'assistenza di base per le donne con gravidanza fisiologica. L'ostetrica e il medico di base vengono considerati allo stesso livello, affiancati. La visione della nascita è sociosanitaria, o umanistica.

Il contesto specialistico: finalizzato alla cura delle patologie ostetriche viene "sprecato" per la fisiologia. Ciò comporta una medicalizzazione delle situazioni fisiologiche con rispettivo aumento di rischi costi e ad una minore efficienza nella cura delle patologie. La visione della nascita è solo medica.

Nuovi contesti per la nascita sociale con la centralità della donna e della sua famiglia:

Il parto extraospedaliero sotto la responsabilità delle ostetriche rappresenta un nuovo contesto per la nascita con la proposta di nuovi riferimenti. Si colloca nel contesto sociale con un ponte verso il contesto sanitario:
I criteri per l'organizzazione e la collaborazione nelle case maternità e nell'assistenza al parto a domicilio sono circolari e ecologici: i valori operativi sono prevalentemente femminili. L'attenzione è sul nutrimento, sulla protezione e sulla comunicazione.

Nutrimento come curare, fornire strumenti, esperienze, attivare le emozioni positive, la creatività, il piacere ecc.
Protezione come proporre percorsi integri con la continuità dell'assistenza, proteggere la gravidanza dagli inquinamenti (ambientali, medici, tecnologici, relazionali), adottare una conduzione dell'assistenza ostetrica conservativa e rispettosa delle leggi della fisiologia che, appunto, proteggono sia la madre che il bambino, prediligere la clinica alla tecnologia, lasciare i processi naturali integri, favorire l'unione, promuovere la crescita.
Comunicazione, la comunicazione, basata sull'ascolto, è promossa a tutti i livelli: tra donna-bambino, donna-uomo, uomo-bambino, triade, tra donna - ostetrica, tra ostetriche che lavorano in équipe con carattere ecologico, tra ostetriche e altri professionisti negli approcci interdisciplinari.
Questo approccio va integrato con alcune qualità maschili quali: imparare a affrontare i conflitti in modo aperto, fare critiche costruttive, essere competitive basandosi sulle proprie forze e capacità piuttosto che sulle proprie carenze, acquisire consapevolezza delle proprie dinamiche.

Nuovi criteri organizzativi del lavoro attorno alla nascita: Il nuovo principio è quello di mettere la donna, la sua famiglia al centro dell'assistenza. Ciò significa:
- rilevare i suoi bisogni e cercare di rispondere,
- ridurre il numero di persone che ruotano attorno alla donna, offrendo un'assistenza a team (4-6 persone) o one to one (2 persone),
- ridefinire i rapporti professionali e le responsabilità specifiche di ostetrica e medico, distinguendo tra fisiologia e patologia
- offrire un'assistenza di base a carattere di continuità attraverso tutte le fasi della maternità con mobilità tra domicilio e luoghi sanitari e flessibilità d'orario
- stabilire dei nuovi standard assistenziali ad alta qualità, specifici per l'assistenza extraospedaliera
- operare all'interno di un patto terapeutico stabilito tra la donna e l'ostetrica, basato sulla scelta informata.
Tutti questi elementi sono materia di formazione, che la Scuola Elementale di Arte Ostetrica, da me fondata, propone e tratta.

La nuova professionalità dell'ostetrica:

L'ostetrica è anche una donna. Una donna che si trova in un qualsiasi momento del suo processo di emancipazione personale e sociale. Spesso anche lei è una donna che nella sfera personale è sottomessa all'uomo, oppure che si trova in un forte conflitto o in competizione con l'uomo,il maschile. Stando accanto alla donna in modo maieutico può sviluppare il proprio processo di empowerment, non solo a livello personale, ma fortemente anche a livello professionale e sociale. Il compito specifico dell'ostetrica è quello di stare accanto alle donne in quanto donna e di facilitare i loro processi di cambiamento. Tutto il resto lo possono fare i medici o le infermiere. Se vuole salvare la propria professionalità, lo può fare solo stando accanto alle donne che si riprendono la loro forza.

UN PROGETTO: LA SCELTA INFORMATA NEL PERCORSO MATERNITA'

"SCELTA INFORMATA nel percorso maternità" è un'iniziativa ad ampio spettro della Scuola Elementale di Arte Ostetrica insieme al Ministero delle Pari Opportunità e l'associazione ANDRIA, che dovrebbe coinvolgere varie Regioni italiane e dovrebbe dare un impulso decisivo alla capacità decisionale razionale delle donne stimolando il cambiamento dell'offerta dei servizi ostetrici: E' un'iniziativa che ha già avuto successo in Inghilterra, ed è stata promossa da MIDIRS (midwives information and resource service) e dal Centro per ricerca e disseminazione del Servizio Sanitario Nazionale Inglese per sostenere il progetto governativo "Changing Childbirth".

L'idea della "Scelta informata" si basa su alcuni concetti di base:
- le donne hanno il diritto di essere informate su tutto quello che riguarda la loro assistenza;
- le donne hanno il diritto di scegliere rispetto ad ogni procedura che viene effettuata sul loro corpo, i protocolli di assistenza non sono leggi, devono avere la valenza di proposte per le donne e rappresentare il parere dell'esperto, ma la decisione appartiene alla donna;
- le donne sono le protagoniste nelle scelte che riguardano la loro salute in gravidanza e durante il parto.

LA DIFFERENZA TRA SCELTA INFORMATA E CONSENSO INFORMATO

Il consenso informato è un'accettazione di una decisione presa da altri in occasioni specifiche, in momenti singoli. La scelta informata è un atteggiamento attivo della donna verso un processo intero oltre che verso singole azioni, che corrisponde ai propri criteri di vita e al grado di conoscenza.

IN CHE COSA CONSISTE L'INIZIATIVA?

Nella redazione di due tipi di opuscoli monotematici con lo stesso titolo: uno è rivolto agli operatori, redatto in linguaggio scientifico, riportando le più recenti evidenze dalla ricerca internazionale sul tema, con bibliografia; l'altro è rivolto alle donne, con gli stessi contenuti del primo opuscolo, redatto in linguaggio comunicativo, illustrato, completato con le opzioni di scelta possibili e le domande da fare. Gli operatori della nascita nelle Regioni partecipanti verranno brevemente aggiornati sulle tematiche proposte e sulle modalità comunicative dell'uso degli opuscoli per provvedere poi a una diffusione capillare presso le loro utenti. E' uno strumento a basso costo e alta efficacia.

QUAL'E' IL RISULTATO ATTESO?


Incrementare la domanda di servizi qualificati attraverso un processo razionale di presa di coscienza delle donne; rendere reale la libertà di scelta affermata nelle leggi regionali; cambiare il rapporto operatore - donna da un rapporto paternalistico e direttivo a un rapporto simmetrico; incrementare la qualità dei servizi di assistenza alla maternità; incrementare la demedicalizzazione della gravidanza, ridurre i parti operativi, i tagli cesarei e la morbilità materna e infantile.

lunedì 12 aprile 2010

Concepimento e accensione di Michael Kern



Nel momento del concepimento accade un evento magico quando la scintilla della vita entra nell’uovo fecondato, e l’inizio della vita comincia a prendere forma. Immediatamente dopo il concepimentosi forma un fulcro originale attraverso il quale vengono espresse le potenze organizzatrici del Re- spiro della Vita. Si pensa che questo fulcro originale, il luogo del nostro centro primario di energia, successivamente vada a localizzarsi nel terzo ventricolo.

La scintilla iniziale della vita, alla quale ci si riferisce come a un’accensione primaria, è essenzialmente prodotta dall’azione della marea lunga che si incarna nei fluidi del concepimento e traccia una matrice di organizzazione. Questa matrice gestisce la differenziazione cellulare e lo sviluppo dell’embrione e fornisce una forza ordinatrice con intelligenza suprema che opera attraverso i fluidi per tutta la vita. Il processo di accensione è fondamentale per la salute del nascituro, se si affievolisce o perde forza in qualsiasi stadio, si possono avere vari tipi di problemi di sviluppo. Ciò accade comunemente a causa di traumi o di intossicazioni. E’ abbastanza noto che attraverso il trattamento del terzo ventricolo si possa accedere a molti problemi connessi con l’accensione.

Nonostante l’accensione dei fluidi tramite le forze organizzatrici del Respiro della Vita sia costante nel corso di tutta la vita, ci sono certi eventi chiave all’interno del processo. Con il primo instaurarsi del respiro avviene un’accensione secondaria, che vivifica i fluidi con ulteriore potenza necessaria al nascituro per la sua sopravvivenza, crescita e sviluppo in modo da diventare un essere indipendente.
tratto da “Craniosacrale Principi ed esperienze terapeutiche”

di Michael Kern ed. Tecniche Nuove

venerdì 2 aprile 2010

BUONA PASQUA A TUTTI..DA BENESSERE SOMATICO!!!


[02/04/10 11:35:06] ITCS - craniosacrale.it: Ogni bambino, nel ventre della madre resta colmo di luce; si tratta di una luce interiore, un bagliore interiore. Ma non appena il bambino nasce, quando schiude gli occhi e vede il mondo, i colori, la luce e le persone, piano piano la sua gestalt cambia.
Si scorda di guardare dentro di sé e si interessa troppo al mondo esterno. Ne viene così coinvolto che, col tempo, si scorda di guardare all’interno del proprio essere; ne diventa totalmente dimentico.
In meditazione ci si deve riconnettere con quella fonte interiore di luce. Ci si deve dimenticare il mondo intero ed entrare all’interno, volgersi all’interno e sintonizzarsi, come se il mondo intero scomparisse, come se non esistesse.
Come minimo, un’ora ogni giorno ci si dovrebbe dimenticare totalmente il mondo ed essere semplicemente se stessi. In questo modo, piano piano, quella vecchia esperienza viene rivissuta. E questa volta, quando si arriva a riconoscere quella luce, è qualcosa di incredibile, poiché ora si è visto il mondo intero e tutta la sua molteplicità, si sono vissuti tutti i fastidi e i rumori del mondo; adesso, cogliere il silenzio interiore e la purezza della luce, sarà un’esperienza totalmente diversa. E sarà altamente nutriente, assolutamente rivitalizzante, poiché quella è la sorgente del nettare.
Dunque, ogni sera puoi fare questa meditazione, oppure puoi scegliere di farla al mattino, o quando ne hai il tempo.
Quando è più facile dimenticare il mondo… per esempio, a tarda sera, quando il traffico si è interrotto, la gente è andata a dormire e il mondo intero è scomparso di suo, è facile scivolare fuori da quella dimensione. Oppure all’alba, quando la gente è ancora profondamente addormentata. In ogni caso, una volta che avrai iniziato a percepire la luce interiore, sarà facile vederla in qualsiasi momento: sulla piazza del mercato, in pieno giorno, potrai chiudere gli occhi e percepirla. E vederla anche solo per un istante è incredibilmente rilassante.
Comunque, inizia di notte: per un’ora, siedi semplicemente in silenzio e guarda all’interno, osserva… e aspetta, attendi che quella luce esploda. Un giorno esploderà. Non la devi creare, devi semplicemente riscoprirla.

giovedì 1 aprile 2010

BIODINAMICA, COSA C’È DIETRO QUESTO NOME?


Katherina Ukleja, The Fulcrum Nr.48 Autunno/Inverno 2009
In seguito ad alcuni articoli apparsi sulla rivista The Fulcrum[1] e alle lettere che ne sono seguite, penso possa essere utile descrivere brevemente la storia e i principi della biodinamica, nell’ambito della terapia craniosacrale.
Una breve storia
Al di fuori della tradizione osteopatica, la terapia Biodinamica Craniosacrale affonda le sue radici nel lavoro di Franklin Sills all’Istituto Karuna (nel Devon, Inghilterra N.d.T).
Il Karuna iniziò ad offrire corsi di Formazione in Terapia Craniosacrale nel 1986. In questi primi anni lo stile di insegnamento era abbastanza eclettico. Comprendeva aspetti dei primi lavori del dott. Sutherland, che descrivevano movimenti ritmici sottili, sia aspetti della sua pratica più avanzata, dove invece il dott. Sutherland metteva l’accento sulle forze naturali al lavoro all’interno degli organismi viventi che a loro volta producevano dei movimenti, mantenendone l’integrità e l’ordine.
Il dott. Sutherland parlava della potenza del respiro di vita (Breath of Life), dell’intelligenza innata con la „I“ maiuscola, della „scintilla“ dentro il motore e del „medico interiore“.
Verso l’inizio degli anni Novanta al Karuna, un gruppo di insegnanti con una buona esperienza clinica, si resero conto che il loro insegnamento non era più coerente con la loro pratica clinica. Stavano infatti insegnando procedimenti orientati tecnicamente, come per esempio il „testare i movimenti“. Questo procedimento porta l’accento più sugli schemi di inerzia, usando un linguaggio biomeccanico, come „flessione“ ed „estensione“, mentre la loro pratica clinica coi clienti era principalmente orientata a raggiungere un neutrale sistemico, alla respirazione primaria, alle maree più profonde ed alla quiete dinamica.
Gli insegnanti al Karuna ci misero più di dieci anni per spostare gradualmente il loro programma di insegnamento e la loro pratica clinica, nella direzione che aveva indicato il dott. Sutherland negli ultimi anni della sua pratica. Con questo nuovo curricolo di insegnamento, a poco a poco, emerse un nuovo nome che definiva il nuovo metodo: biodinamica craniosacrale, o terapia biodinamica craniosacrale.
Al centro di questo metodo, c’è l’orientarsi a maree più profonde, alle forze al lavoro all’interno ed all’intorno del sistema, a stati d’equilibrio e di silenzio non superficiali.
La maggior parte degli operatori con più esperienza, imparano a mettersi in relazione con queste forze fluide al lavoro, mentre sviluppano la loro pratica clinica.
La nostra sfida era quella di sviluppare un training che orientasse gli studenti a questi territori in una maniera graduale e guidata.
Franklin Sills era la forza creatrice maggiore all’interno di queste dinamiche al Karuna, aiutando anche gli inizi del CTET (Craniosacral Therapy Educational Trust).
Uno sguardo biodinamico
Una metodologia biodinamica è quella in cui ci si orienta principalmente sulle forze al lavoro all’interno del sistema umano, attraverso la marea media, la marea lunga e la quiete dinamica. Questa metodologia di lavoro iniziò all’interno della comunità osteopatica, ed era basata sugli ultimi dieci anni di lavoro del dott. Sutherland, quando egli cominciò a descrivere il respiro di vita, la respirazione primaria, la marea fluida, la potenza infallibile, i neutrali profondi, il mare intorno a noi ecc.
Quando questa maniera di orientarsi clinicamente fu integrata al Karuna, fuori dall’ambito osteopatico, Franklin ed i suoi colleghi iniziarono a sviluppare anche un nuovo linguaggio, in rapporto alle loro nuove esperienze cliniche. Franklin introdusse nell’ambito craniosacrale il lavoro del dott. Becker, usando i suoi concetti di piano di lavoro intrinseco e dei tre passi di consapevolezza del processo di guarigione. Egli sviluppò anche il concetto di campo di relazione, che indica il campo che si intreccia tra operatore e cliente; portò enfasi sulla negoziazione del contatto da parte dell’operatore, ed inoltre sviluppò la metodologia dei fulcri dell’operatore e la negoziazione di tocco e spazio per rispecchiare una intenzione di radicamento. Coniò anche il termine di marea di mezzo, che indica il territorio relativamente stabile della potenza dei fluidi, della marea fluida e della motilità dei tessuti e di tutta la comunità cellulare.
Franklin forgiò anche il termine di stato di tensione bilanciata, per riflettere il secondo dei tre passi del processo di guarigione del dott. Becker, il neutrale sistemico, dove, durante l’approfondirsi del processo di guarigione, l’equilibrio dinamico tra forze universali e forze condizionate, diventa una porta d’accesso sulla marea lunga, sulla quiete dinamica e persino sul respiro di vita stesso.
Franklin sviluppò anche diversi esercizi di percezione che potessero aiutare gli studenti ad orientarsi a questi differenti livelli di esperienza. Tutto ciò è stato ulteriormente sviluppato da altri insegnanti biodinamici, che hanno poi creato il loro stile e linguaggio personale adatto al loro insegnamento.
In quest’ottica l’impulso ritmico craniale è sperimentato come un ritmo più superficiale, che si esprime attraverso forze condizionate non risolte e con l’attivazione del sistema nervoso. È come quando si formano le onde sulla superficie delle maree. In questo caso gli still point ( punti fermi o punti di quiete) ed il lavoro sulle risorse, sono chiavi di volta che permettono al sistema di assestarsi e di accedere a quello che Franklin chiama il cambiamento olistico, verso la respirazione primaria.
Tutto ciò viene definito il neutrale del cliente: un assestarsi del sistema, dove una sensazione sentita di totalità ed interezza emerge e porta chiarezza alla marea fluida o marea di mezzo. Lavorando all’interno di questa marea, agli studenti vengono poi dati strumenti che li aiutano ad accedere a stati di tensione bilanciata più profondi.
Il lavoro con la marea lunga e la quiete dinamica è principalmente basato sulla risonanza e sull’approfondimento della quiete dinamica nell’operatore stesso.
Formazioni biodinamiche che si orientano a questa metodologia, danno agli studenti un’abilità di ascolto che può apprezzare le differenti fasi del piano di lavoro intrinseco, l’assestarsi del campo di interrelazione non appena si è sviluppata una fiducia reciproca, il cambiamento verso la respirazione primaria, anche chiamato „cambiamento olistico“, l’approfondirsi del neutrale, gli sviluppi di abilità di accrescimento appropriate, ed infine la capacità di rimanere orientati, mentre il lavoro diventa profondo, alla marea lunga ed alla quiete dinamica.
Il testare il movimento, ed il dipanare (unwinding) sono tecniche che non si usano più nella biodinamica, non perché non siano valide, ma perchè non risuonano con l’etica del training e con i suoi principi.
Il paradigma biodinamico non esiste in opposizione a nessun altra metodologia, la biodinamica è semplicemente quello che è.
[1] Fulcrum è la rivista ufficiale dell’Associazione Terapeutica Craniosacrale, CSTA, inglese. Editore: Mij Ferrett RCST
16 Rue du Tonnelier 11220 St Laurent de la Cabrerisse France . email: mij@craniosacral.co.uk