martedì 30 marzo 2010

intervista a jader tolja ...perché pensare con il corpo...


Tratto da un Intervista di M. B. Pavita & P. Diyhani a Jader Tolja per il quotiano la Repubblica.

Finchè non è nella carne, la conoscenza è solo rumore

proverbio della Nuova Guinea



La mente da sola non basta...




Intervista di M. B. Pavita & P. Diyhani a Jader Tolja per il quotiano la Repubblica.




D. Cosa significa 'pensare col corpo'?

R. Un quadro appeso storto ci dà fastidio, istintivamente. Perché?

Siamo abituati a considerare le scelte estetiche come scelte mentali. In realtà l’estetica è radicata nel corpo, ha una base biologica. La sezione aurea la troviamo nelle piante, negli animali, nelle conchiglie e poi, certo, anche in architettura, nelle finestre, o in un quadro. Ma ciò non toglie che esista da prima dell’uomo e che costituisca la base biologica della nostra percezione estetica. Quando siamo in accordo con queste leggi naturali proviamo una sensazione di benessere. Quando siamo in disaccordo, creiamo una dissonanza, siamo a disagio. Siamo 'fisicamente' a disagio, tutti. Il modo in cui è strutturato uno spazio condiziona quello in cui si struttura il corpo. Uno spazio ti modifica a livello fisico. Uno spazio che ti priva della visione laterale, come un viale stretto da palazzi alti, ti porta ad una condizione di disagio: è come vivere con il paraocchi. Una piazza o un panorama molto ampio ti aprono invece a una condizione viscerale di benessere.

Poi questa risposta fisica può essere ignorata o presa in considerazione. La sfida del'pensare col corpo' è quella di ricoscere e onorare queste sensazioni in situazioni anche più complesse rispetto al quadro storto, ma in cui comunque il corpo risponde con altrettanta immediatezza e chiarezza.

D. Come si impara a 'pensare col corpo'?


R. Non si impara, semplicemente si smette di inibire qualcosa che c'è già. Prendiamo la differenza tra un campione e un fuoriclasse. Essa sta nel fatto che quest’ultimo non inibisce le qualità corporee. Vi attinge a piene mani. Non ha qualcosa in più. Semmai ha meno sovrastrutture mentali. E’ come la storiella della formica che incontra il millepiedi e gli chiede: ’Con tutte quelle gambe, come fai a non inciampare mai?’. Lui, per rispondere, comincia a pensarci su e da allora non riuscì più a camminare. Gran parte dell’educazione motoria e sportiva che riceviamo ci insegna un modo cerebrale di essere nel corpo. Anche una ballerina di danza classica assume posizioni che sarebbero impensabili in una scimmia e in un bambino. Eppure un bambino di due anni si muove con una grazia e una coordinazione incredibili. L’educazione motoria ci insegna movimenti da robot. Braccia tese in avanti o incrociate di lato. Sono movimenti inventati dalla testa, innaturali. Se vogliamo stimolare l’intelligenza del corpo dobbiamo seguire quello che farebbe il corpo, spontaneamente. 'L’esplorazione fuori è finita, mentre è tempo che cominci quella dentro', dice il noto alpinista ed esploratore Walter Bonatti.

D. Del resto abbiamo fatto ricorso, per secoli, alla metafora del corpo come macchina. Una macchina meravigliosa, ma una macchina.

R. Il punto è che vi sono dei periodi, sia da un punto di vista storico che individuale, in cui la mente sente il bisogno di controllare il gioco. Per gli uomini è stato importante pensare di essere al centro dell’universo, proprio per una questione di sicurezza, di identità. Non è stato solo un errore di tipo astronomico. E’ stato un bisogno culturale. Nel momento in cui questa sicurezza non è più stata così vitale è potuta arrivare la rivoluzione copernicana. L’idea di non essere al centro dell’universo non ci mandava più in frantumi. Lo stesso accade nel rapporto tra corpo e mente. In certe epoche è stato importante pensare che l’anima e le emozioni fossero nella testa. Si faceva girare la testa attorno al corpo, come si faceva girare il sole attorno alla terra. Questa fase storica e culturale è tramontata e alcune persone capiscono che la testa è stata creata in funzione del corpo, non viceversa.

D. Vuol dire che ci stiamo lasciando alle spalle un periodo storicamente adolescenziale?

R. Anche da un punto di vista storico, probabilmente, l’adolescenza è una tappa obbligata. Nell’adolescenza l’attività mentale prende il sopravvento. E’ il momento in cui sei più dotato fisicamente per giocare a scacchi o programmare un computer. Magari non diventi campione a diciassette anni, perché ti serve anche l’esperienza, ma quello è il periodo in cui hai la massima capacità di astrazione. Per questo gli adolescenti sono così insicuri. Danno molta importanza a come appaiono. Se non sei radicato nel corpo, senti che la situazione è precaria. Negli ultimi secoli abbiamo sviluppato tecniche di movimento, gusti estetici, un’educazione, ma anche una musica e un’architettura, che incrementavano il controllo cerebrale. Adesso, visto che già l’abbiamo, possiamo permetterci di cavalcare liberamente, invece di continuare a stordire il cavallo.

D. Veniamo all’oggi. Che cosa ci aiuta a ristabilire un contatto con il corpo e con la sua intelligenza?

R. Statisticamente una donna in gravidanza è una pensatrice corporea. La sopravvivenza del feto costringe a radicarsi nel corpo. Ma, a parte questo, potrei rispondere che non puoi fare arte se non pensi col corpo. Solo quando sei in profondo contatto con la tua anima e con il tuo corpo puoi esprimere qualcosa di trascendente. Al corpo puoi arrivare anche perché costretto da una malattia. La malattia ti porta spesso al punto in cui capisci che non puoi continuare a fare una cosa solo perché la tua mente lo vuole. Sei costretto a guardare quello che ti succede veramente. Se hai uno stomaco che digerisce anche i sassi non ti accorgi degli effetti che hanno i cibi su di te. Quando cominci ad avere qualche problema, sei costretto a fare attenzione a quello che mangi. La malattia spesso ti obbliga a mettere un freno all’onnipotenza della testa. Ti costringe a sentire, come la gravidanza.

D. Che cosa invece ci aiuta a non sentire le informazioni corporee?

R. Molte cose, naturalmente. Nel corso dei secoli i mezzi inventati per far ruotare la testa attorno al corpo sono stati molti. Dal tipo di educazione, come ho detto, ad altri apparentemente più minuti e banali. Sa come è diventato popolare il caffè? Negli Stati Uniti, agli inizi di questo secolo, si sono accorti che i lavoratori producevano di più quando lo bevevano e hanno quindi introdotto i distributori sui posti di lavoro. Il caffè permette di controllare con la mente i bisogni del corpo. E’, in seme, il meccanismo che porta una squadra a dopare i propri atleti e a bruciarli nel giro di due stagioni piuttosto investire nel tempo. Come invece è accaduto per Baggio che, a 36 anni, continua a giocare. Oggi, infatti, ci si rende conto che le aziende in grado di sopravvivere sono quelle più complete, in cui le persone sono in contatto con se stesse. Quando accentui il controllo della mente hai vantaggi solo sul breve periodo.

D. Poi la gente va un po’ fuori e deve andare in terapia.

R. Sì, ma il discorso sulla psicoterapia è complesso perché una psicoterapia che lavora a livello della mente ti sradica ancora di più. All’Università dell’Ohio, negli Stati Uniti, hanno condotto una ricerca per capire quali caratteristiche deve avere una psicoterapia, per funzionare. Hanno filmato migliaia di sedute. A un certo punto si sono accorti che erano in grado di predire se una terapia avrebbe avuto successo o no. Avevano individuato un parametro molto semplice: il tempo della risposta. Se il paziente rispondeva immediatamente a una domanda che gli aveva posto il terapeuta, non c’era cambiamento. Le persone più lente nel rispondere, invece, cercavano di cogliere anche le proprie reazioni fisiche di fronte alla domanda. Tra l’entrata della domanda e l’uscita della risposta c’era un periodo di percezione del corpo. E’ una realtà indipendente dalla scuola a cui appartiene il terapeuta. Dipende piuttosto dal fatto che questi incoraggi o meno il desiderio del paziente di conoscere le proprie sensazioni corporee. Per questo dicevo che non conta la tecnica ma l’atteggiamento.

D. E cosa invece ci fa perdere contatto con il corpo?

Se si vuole evitare l'integrazione con il proprio corpo, le strade sono infinite. Anche la psicoterapia va bene. Puoi andare avanti anni a raccontare quello che vuoi. Il problema è: quando pensi solo con la testa non distingui più ciò che è finto da ciò che è reale. Non avendo radicamento nella realtà e nel corpo, una cosa finta e una reale diventano equivalenti. Confondere il modello con la realtà è come entrare in un ristorante e mangiare il menù, diceva Arthur Bloch. Abbiamo conservato il cervello di Einstein in formalina, per poterlo studiare ancora oggi. Come se tutto quello che pensava l’avesse elaborato nella sua testa. Ma Einstein stesso diceva che le sue intuizioni nascevano dal corpo. Di fronte a situazioni così complesse, come quelle poste dalla fisica nucleare, la testa da sola non ce la fa. L’intelligenza non è situata solo nel cervello, ma in cellule distribuite in tutto il corpo, sostiene lo scienziata americana Candace Pert.

D. Vuol dire che gli scienziati pensano col corpo?

R. Questa non è una novità. Leonardo usava il corpo come strumento di pensiero. Si dice che riuscisse a piegare un ferro di cavallo, anche se era vegetariano. Cavalcava benissimo. E’ una questione molto importante. La vera conoscenza avviene quando confronti l’informazione che ti arriva da fuori con la reazione che hai dentro. Il pensiero creativo è solo la sintesi tra queste due cose. Wright parlava dell’importanza della fisicità per gli architetti. Prima di metterli a progettare li faceva lavorare manualmente nella sua scuola. Riteneva che questa fosse la radice. Altrimenti vengono fuori cose mentali. Case inabitabili.

giovedì 18 marzo 2010

IL CRANIO SACRALE... MA COSA è?


"Ogni cellula vivente di un organismo sano ha un suo movimento ritmico che é fondamentale per la vita. L’insieme di questi movimenti é stato chiamato Ritmo Cranio Sacrale..."

Molti di voi probabilmente ne hanno sentito parlare, ma quanti sanno veramente che cosa sia e di cosa si occupa la terapia Cranio Sacrale?

cercherò di spiegarvelo, con l'aiuto delle fonti del sito craniosacrale.it

Che cos’è il Cranio Sacrale?

Tecnica manuale dolce e non invasiva, nata dalle intuizioni dell’osteopata William Garner Sutherland, che attribuì un movimento involontario alle ossa del cranio in collegamento con l’osso sacro, la disciplina Craniosacrale si è evoluta in un trattamento che riconosce le profonde capacità di autoguarigione del corpo.
La scoperta che le ossa del cranio hanno un sottile movimento, ha portato a definire un insieme di ritmi biologici involontari che attraversano tutto il corpo. Così che il ritmo vitale della respirazione polmonare è diventato secondario rispetto a un movimento involontario che anima tutte le cellule del nostro corpo, intese come una unità di funzione: la Respirazione Primaria.
Siamo costituiti al 70 % da liquidi, la nostra vita embrionale si forma nei fluidi e la nostra salute nasce dalla loro libera espressione. Il sangue, la linfa, il liquido cefalorachidiano la matrice fluida intra ed extra cellulare, se consideriamo i fluidi del corpo come un tutt’uno possiamo comprendere l’idea che il nostro corpo dei fluidi sia attraversato da correnti e da maree.
La metafora usata da Sutherland fu quella biblica del Soffio Vitale, definì il Respiro della Vita questa forza che ci anima.
E’ così che la lesione, il disagio, la stessa malattia si manifestano come una limitazione alla libera circolazione fluida e una alterazione dei nostri ritmi innati.


Come agisce il trattamento

Il trattamento Cranio Sacrale è una forma di terapia manuale. Normalmente, ci si distende su un lettino da massaggio, vestiti e si sperimenta il tocco molto leggero delle mani dell’operatore.

Il corpo é immobile e messo nella condizione più confortevole possibile. Si potrà avvertire un profondo senso di rilassamento così come sentire fenomeni di calore, di pulsazione, di qualcosa che si muove all’interno del corpo, o altre sensazioni.

Il terapista ascolta attraverso le mani quello che succede nel corpo del cliente e in questo modo identifica e tratta le tensioni e i dolori che ne sono trattenuti.

La Terapia CranioSacrale é guidata dal cliente. Il suo stesso corpo dirige il ritmo del lavoro, così può rimanere a suo agio, e sentire e integrare i cambiamenti che avvengono.

In questa omeostasi il movimento più piccolo ci sembra molto grande e le leggerissime manovre, pressioni, supporti delle mani di chi fa il trattamento cranio sacrale fanno piano piano emergere una sensazione di calma profonda, di tranquillità un senso di pace, che si può definire in vari modi: rilassamento profondo - ritmo alfa del cervello – come quando mi sto avvicinando al sonno e lascio andare i pensieri, tensioni corporee, etc.
Il rilassamento é la risposta del corpo quando entra in sintonia con il suo stesso ritmo cranio sacrale.

E’ da questo spazio che parte il trattamento, che tende ad armonizzare, bilanciare, ri-allineare, le strutture del nostro corpo.

L’operatore con le mani allenate ad ascoltare questi movimenti così leggeri (i movimenti delle ossa craniche sono stati misurati nell’ordine di alcuni microns) fa in modo che il ritmo Cranio Sacrale si ampli e si diffonda dappertutto.

Se l’operatore incontra quelle che vengono chiamate “restrizioni”, cioè zone con poco ritmo, che generalmente sono anche zone dolenti, dal movimento limitato, zone con cicatrici, o dove si é subito un trauma, cerca di usare la stessa forza del sistema cranio sacrale per aiutare quella parte a ritrovare la propria mobilità .

In risposta a traumi fisici come urti o colpi o a stress emotivi, i tessuti corporei si contraggono. Qualche volta, quando lo shock é particolarmente forte o succede in una particolare situazione di stress, i tessuti rimangono contratti.

Ogni stress, ogni tensione, ogni sforzo che é registrato dal corpo, vi rimane e ne diminuisce il funzionamento così che può dare inizio ad una serie di problemi che si svilupperanno anche più avanti negli anni. Gli effetti possono essere fisici, come mal di schiena, emicranie o problemi digestivi, e emotivi come ansie e depressione.

Le restrizioni nel funzionamento del corpo si mostrano attraverso il ritmo craniosacrale.

Il terapista dà un’opportunità al corpo di lasciar andare le tensioni e di tornare ad un sistema di funzionamento più facile.

Lasciando libere le energie che prima erano in tensione, queste si rilasciano, liberando il corpo dalla contrazione. Così uno dei benefici del trattamento é un maggior livello di energia disponibile e un conseguente miglioramento della vitalità del corpo, che permettono ai naturali processi di autoguarigione di agire.


Come può aiutarmi la Terapia CranioSacrale ?

La Terapia CranioSacrale é così delicata che é sicura e va bene per persone di ogni età e nelle condizioni di dolore acuto o di particolare fragilità.

Proprio la Terapia CranioSacrale é spesso consigliata quando altre terapie possono essere rischiose, come durante la gravidanza, dopo un’operazione, un incidente.

Non occorre tu sia malato o che tu abbia nessun sintomo particolare per beneficiare della Terapia CranioSacrale. Per la maggioranza di tutti noi poter alleviare lo stress e incrementare il livello di vitalità e di benessere é una possibilità sempre benvenuta.

E per i bambini e neonati

Una delle gioie del trattamento dei bambini e dei neonati é che tendono a rispondere molto bene ai trattamenti e le reazioni sono molto più veloci di quelle degli adulti. Molti problemi come le coliche, problemi di deglutizione e suzione difficoltà respiratorie,insonnia o irritabilità, possono derivare da sbilanciamenti cranici che avvengono durante il processo della nascita. Il trattamento dei bambini può aiutare a risolvere questi problemi.



Per quali condizioni è di aiuto

Il seguente elenco alfabetico costituisce solo una scelta di possibili indicazioni per le terapie craniosacrali.

1. Infezioni febbrili acute
2. Apoplessia
3. Asma bronchiale
4. Anomalie del morso e disturbi dell’articolazione della mandibola
5. Depressioni
6. Glaucoma
7. Iperattività del bambino
8. Cataratta
9. Emicrania e cefalee
10. Infiammazioni croniche dell’orecchio medio
11. Malattie psicosomatiche e disturbi delle funzioni viscerali
12. Pilorospasmo nei bambini
13. Traumi da colpo di frusta
14. Dolori cronici
15. Disturbi visivi
16. Sinusite cronica
17. Scoliosi
18. Tinnito e ipoacusia
19. Distorsioni, lussazioni e fratture
20. Attacchi di ischemia cerebrale
21. Malattie dell’apparato respiratorio:
22. Disturbi endocrini:
23. Paresi facciali nonchè acute:
24. Disturbi delle articolazioni:
25. Disturbi ginecologici:
26. Disturbi cardiaci e dei vasi sanguigni:

Spero di essere stato il più chiaro possibile, e dopo questa lettura introduttiva al Cranio Sacrale, magari tu potresti essere il prossimo operatore di questa terapia.

al prossimo post

lunedì 15 marzo 2010

Cosa vogliono le donne?

A volte certe donne possono dare l'impressione di non sapere che cosa vogliono: dei contatti più profondi o una maggiore indipendenza? Una maggiore intensità nella relazione a due o più spazio per se stesse?
Spesso gli uomini si lamentano perchè non riescono a capire quali sono i desideri delle proprie compagne ..... vogliono contatto, vicinanza, attenzioni ... ma poi vogliono essere lasciate in pace .... stare da sole ..
Spesso è la donna stessa ad essere confusa su ciò che vuole ..... le manca sia il contatto intimo con l'uomo ma le manca anche la sua solitudine... mai davvero sola, mai davvero emozionata da una relazione.... magari si dedica solo ai figli che vedono nella madre una figura sempre disponibile ...
Forse il vero dilemma è dentro ognuna di noi?
Forse gli uomini dovrebbero imparare a decifrare le emozioni femminili (cervello femminile empatico) e utilizzare anche loro il linguaggio del corpo nell'ascolto ...

mercoledì 10 marzo 2010

WELCOME

Buongiorno a tutti, da oggi parte il blog di somatica.. tratteremo di tutto ciò che riguarda il benessere e non solo; daremo consigli e chiederemo consigli, utili per il benessere quotidiano del nostro corpo - mente - anima.

Oggi ci presentiamo.
Siamo un Centro di Educazione Somatica, con sede a Norma (LT) presso l'Hotel Villa del Cardinale. Nella nostra sede effettuiamo corsi di Cranio Sacrale, convegni con medici ed esperti, presto sorgerà un centro di benessere somatico, una struttura nuova in tutte le sue funzioni, mai vista prima d'ora unica nel suo genere.

saremo molto lieti di ascoltare le vostre problematiche, suggerimenti e pensieri, creando con voi un interazione unica e diretta, ascoltando i vostri preziosissimi consigli.

per tutti coloro interessati informiamo che

il 16 - 17 - 18 Aprile presso l'hotel Villa del Cardinale Norma - Latina L ' Istituto per le Terapie Cranio Sacrali ospiterà un corso/convegno sui SEGRETI DELLA SESSUALITà FEMMINILE ATTRAVERSO IL TAO, con la discepola del Maestro Mantak Chia,
Jutta Kellenberger.

Il programma tratterà i seguenti argomenti

Respirazione ovarica, massaggio del seno e la grande raffigurazione di sé
Queste pratiche rappresentano un vero tesoro, capaci di guarire e nutrire il corpo e la mente. L'utero in sé rappresenta il centro della sessualità nella donna. Esso possiede un potenziale molto più ampio che non quello di poter accogliere dei bambini al suo interno. Perciò se desideriamo leberare il suo potenzialer dommiamo entrarci in contatto. Questo rinvigorisce e ringiovanisce tutte le funzioni vitali e riattiva le energie superiori.

Il Sorriso Interiore

I Sei suoni cosmici

Esercizio dell'Iron Shirt Chi Kung

Aprire l'Orbita del Microcosmo

Esercizio dell'Uovo

siamo a vostra completa disposizione per qulunque informazione, intervento in merito.

buon blog a tutti